giovedì 2 maggio 2019

Ambizioni e opportunità

Mia madre non ha lavorato fuori casa fino a quando io non ero in seconda elementare. Poi ha iniziato a fare qualche ora la mattina e con il passare del tempo ha avuto sempre più lavori. La priorità, a modo suo, eravamo comunque solo noi e soprattutto mio padre.
L'anno scorso ho scoperto che quando ero alle superiori le hanno offerto un buon lavoro, sicuramente più gratificante di quello che  faceva, e lei ha detto no. Ha detto no perché voleva essere  a casa a farmi da mangiare quando tornavo per pranzo.
Se leggete da un po' questo blog non serve che vi dica cosa penso della scelta di mia madre, ma ognuno nella vita fa ciò che ritiene più giusto.

Comunque oggi riflettevo sul fatto che nell'ultimo anno mi sto impegnando molto nel lavoro, cercando di sopravvivere negli ambiti della vita, per aprirmi nuove strade, ampliare la mia conoscenza, in modo da cadere in piedi, se mai dovessi cadere.
Il non marito è sempre stato molto incoraggiante e positivo nel sostenermi, sia emotivamente sia dal punto di vista pratico, accollandosi impegni se io non potevo e assecondando il più possibile i miei orari.
E se ora ci fosse la possibilità che fosse lui a crescere, lavorativamente parlando? Avrebbe sicuramente il mio sostegno emotivo e il mio appoggio, ma dal punto di vista pratico sarebbe molto difficile. Al momento se uno dei due potesse dedicare ancora meno tempo alle incombenze quotidiane sarebbe un problema.
Allora quale è la soluzione?. Non è certo giusto che uno dei due rinunci alle proprie aspirazioni, anche perché tutto il lavoro di adesso porterebbe, o almeno l'obbiettivo è quello, ad un futuro migliore. O sarebbe più giusto fare il minimo indispensabile per sopravvivere, ora che i bimbi sono piccoli e ci stanno crescendo sotto gli occhi, per impegnarci di più magari tra 10 anni? Sperando che tra 10 anni le occasioni ci siano ancora...
Io credo che sia giusto cavalcare il momento, sfruttare le energie ora che ci sono. Rimane il dubbio se unonon dei due deve sacrificarsi per favorire l'altro, ma direi di no
Vediamo se tra 20 anni i miei figli mi daranno ragione, o se al contrario penseranno che sarebbe stata migliore una scelta differente.

7 commenti:

  1. il concetto di carriera/soddisfazione sul lavoro è molto relativo. conosco uomini e donne in carriera, che guadagnano bene, che si sentono delle merde perchè hanno l'obiettivo di diventare amministratori delegati ad una certa età e non ci sono riusciti.

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    1. Infatti credo sia molto relativo. A noi più che altro interessa fare quello che ci piace come ci piace. La tranquillità economica sarebbe solo una logica e apprezzata conseguenza

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  2. Ho avuto la fortuna nella mia vita di iniziare a lavorare molto presto, occupandomi anche di tre mestieri contemporaneamente.
    Questo mi ha permesso di accumulare una cifra tale da poter adesso prendermi una pausa per crescere mio figlio.
    Purtroppo, per carattere, non potrei sopportare che ad educarlo fossero terzi. Infatti, Lorenzo è un bambino molto dolce e, nonostante abbia solo tre anni, conosce le buone maniere.
    Con questo non voglio dire che i bambini cresciuti al nido o dai nonni siano maleducati, viziati o irresponsabili, ma ben conoscendo la mia formazione rigida e quella di mio marito, sapevamo di voler continuare in questa direzione.
    C'è da dire, poi, che lui fa una professione che ci permette di vivere bene, e che io comunque ho delle entrate grazie al giornale e a lavoretti saltuari che faccio mentre Lorenzo è a scuola.
    Insomma, per il momento siamo felici così, poi si vedrà.
    E considera che il mio lavoro da receptionist d'albergo mi manca tanto. Ma troverò la mia strada.

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    1. Il non marito lavora da quando aveva 14 anni, io da quando ne avevo 16. A volte ci vuole anche un po' di fortuna e la buona volontà non basta. Non c'entra molto con il post che un ho scritto il discorso figli, ma vorrei comunque dirti che a volte non si può scegliere. Abbiamo potuto tenere a casa i bambini per parecchio tempo prima di mandarli al nido, rinunciando a tanto, ma siamo molto contenti dell'esperienza fatta. Non credo che i miei figli siano stati cresciuti da altri solo per questo e ora che sono più grandi passano comunque molto tempo a scuola ma l'educazione la ricevono a casa. E si a volte mi fa piacere andare a prenderli presto ma non è spesso possibile e il mio lavoro mi piace quindi cerco, anzi cerchiamo di barcamentarci al meglio. Il senso del post era comunque un altro

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    2. Perdonami se ho frainteso allora.
      Avevo immaginato che ti riferissi alle rinunce che si fanno (e se è giusto farle) per costruirsi un futuro.
      Ecco, io ho rinunciato alla mia carriera, ma voglio credere di averla solo messa in stand-by.
      Ho sempre detto che quando avrei deciso di fare un figlio, me lo sarei goduto h24, almeno fino ai 6 anni. Poi si vedrà.
      In ogni caso, credo che ciascuno di noi debba solo mirare a star bene. Con se stesso e con gli altri.

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  3. le soluzioni arrivano strada facendo, a volte diventano necessità (raramente virtù). in bocca al lupo per tutto

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  4. La penso come te battere il ferro finché è caldo soprattutto se quello che si fa ci piace! Sapere che l'altro ci sostiene non solo a parole è già avere una marcia in più e una bella rete di sicurezza e non solo emotiva! Continuate così che siete forti insieme!

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