giovedì 9 febbraio 2017

Autocritica

E' qualche giorno che mi sto auto analizzando come genitore. E ho la sensazione che dovrei ricominciare da capo. Ma non si può
Quindi cerco di correggere il tiro.

Non so ancora bene mettere nero su bianco come sono e sono stata e come dovrei essere, o forse ho solo paura di farlo.

Mio figlio attraversa una fase di puro terrore, in casa se cambio stanza
"mamma dove sei? quando torni? arrivi?"
"mamma domani aspetti che ci alziamo prima di andare via?"
da mia madre chiede perché sto tanto a tornare (e lo lascio una volta al mese, forse)
di notte dorme male e viene continuamente nel lettone
piange per qualsiasi cosa, se siamo in giro e non mi vede per un nano secondo inizia a urlare, uguale se non vede la sorella.
Grida anche se la sorella si allontana un attimo da me o dall'auto per paura delle auto o non so di che
Deve essere accompagnato ovunque, non vuole andare in bagno da solo nemmeno a casa.

Ho parlato con una mia amica che fa l'educatrice al nido, ho parlato con la sua maestra dell'asilo e sto studiando qua e la.
Quello è certo è che noi come genitori stiamo sbagliando e fallendo che bisogna cambiare tante tantissime cose, che da quando è arrivata la sorella lo abbiamo "fatto crescere" di colpo.

Che a me la sorella "fa paura" che con lui non ho mai ceduto a capricci e scenate e con lei cerco di fare uguale ma vado in ansia e lei sente e ne approfitta.
E lui vede e capisce che non è giusto

Ci provo, ci proveremo e riusciremo.

7 commenti:

  1. con i miei quando c'è qualche cosa che non mi torna, magari cavolate, ma mi si accende qualche campanello uso tre metodi...

    Il primo è disegnare. Tipo "dai disegniamo cosa ci fa paura !" o cosa ci da fastidio o il nostro desiderio più grande...e dai disegni tante cose escono...

    Il secondo è il gioco di ruolo. I miei vanno abbastanza d'accordo e giocano insieme allora gli dico dai fate la mamma eil papà con le bambole e loro ripetono le dinamniche che vedono...e ci si vede dal di fuori per come ci vedono loro...è impressonante! E si riesce a correggere quello che non ci piace e che magari non avevamo notato...

    Sempre sul gioco di ruolo il gioco dell'asilo così si può vedere l'atteggiamento che le maestre hanno con loro

    Ultima cosa...le domande. Ogni tanto chiedo loro qual è la cosa che gli piace di più della mamma o di meno, la cosa che è piaciuta di più o di meno della giornata. Il gioco lo faccio anche io e racconto per cui non si sentono sotto esame e parlano...

    E' difficile, bisogna cogliere tanti segni e segnali, non so se ci riesco sempre...ma sono modalità che mi aiutano a capire di più rispetto alle domande dirette...

    Non so se può esserti utile, ma tentar non nuoce....

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    1. Grazie, non credo che ci sia qualcosa che non va di eclatante. Credo proprio che abbiamo sbagliato, inconsapevolmente sull'educazione che gli abbiamo dato. Sia io che il non marito. Comunque stiamo già attuando qualche cambiamento e vedremo

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    2. no cose eclatanti no...ma credimi vengono fuori dettagli che noi diamo per scontati e scontati non sono...

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  2. So che i bambini passano spesso questi periodi di terrore /paura sono ciclici perché ogni volta acquisiscono nuove consapevolezze che li spiazzano...Mettersi in discussione e riconoscere certe mancanze /errori è già un bel traguardo ..poi si aggiusta il tiro che nessuno nasce imparato e questi errori non sono fatti con cattiveria

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    1. Ho letto anche io di queste fasi, che credevo limitato a quando sono più piccoli, invece non è così e si possono presentare anche da più "grandini". Ho letto anche della fase "paura della morte" e qualcosa mi fa pensare anche a quello

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  3. Anche io so' come Manu, me lo diceva anche la maestra che sono fasi che passano crescendo.. sei una mamma attenta e se è segnale di altro te ne accorgerai.
    A me sembra di andare avanti per tentativi, soprattutto con la prima spesso non ho idea di quello che faccio.

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    1. Ma davvero?! A me sembra che tu sappia sempre cosa fare!! Ora ci stiamo informando, o meglio io leggo poi passo tutto al non marito. Qualcosa di buono spero ne uscirà

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