giovedì 10 marzo 2016

Fino a quando resistere e perseverare

Voglio tornare a parlare della mia vita lavorativa, che giorno dopo giorno mi da sempre più spunti su cui riflettere.
Io non ho la laurea, ho dato sempre il massimo a scuola e iniziata l'università ero completamente svuotata, tant'è che ho rinunciato subito.
Sono quindi tornata sui miei passi, il mio diploma prevedeva uno stage di due anni, con retribuzione non dovuta, of course, per poi poter fare l'esame di abilitazione.
D'impegno ho cercato uno studio dove fare tirocinio, l'ho trovato e mi ci sono buttata, con la promessa iniziale che ci sarebbe stato almeno un rimborso spese. Nel frattempo ho continuato a fare la cameriera, come avevo fatto durante le vacanze estive ed invernali degli ultimi 3 anni, durante i fine settimana e le vacanze appunto, in una località turistica vicina.
Dopo un anno di stage mi sentivo esplodere, ero frustrata, non mi sentivo stimolata e mi sembrava di non imparare nulla ed essere completamente inutile. Ho cercato un altro studio, quando l'ho trovato ho mollato il primo con un "rimborso spese" per quell'anno di 1000€.
Nuovo studio nuova vita, mi piaceva, imparavo, stavo bene, facevo 7 ore al giorno per 300€ mensili, ho lasciato il lavoro da cameriera i fine settimana e ne ho trovato uno nella mia città, dove lavoravo prima 3 sere a settimana, che poi sono diventate 4, 5, 6 e a volte 7, e davo ripetizioni.
Ad un certo punto nello studio, causa crisi non serviva che andassi tutto il giorno, così, ormai impratichita ho cercato un altro studio dove fare l'altra mezza giornata e dopo 4 mesi l'ho trovato. Quindi, mattina in uno studio (retribuzione 150€ mensili), pomeriggio in un altro (400€ mensili), due giorni a settimana ripetizioni dopo lavoro, e alla sera pizzeria., oltre a studiare per l'esame di abilitazione.
Finito lo stage ho lasciato il primo studio, e fortunatamente potevo restare nel secondo a tempo pieno, però a nero.
Fatto esame di abilitazione, superato e scoperto la mia prima gravidanza, quindi di nuovo cambio dei miei programmi. Sono rimasta a lavorare dove ero, dalla pizzeria mi ero licenziata prima dell'esame di abilitazione perché, appunto, avevo altri programmi. Nato il mio bambino ho aperto la partita IVA, quindi di fatto sono libera professionista.
Ora a distanza di 3 anni, dopo 5 anni passati nello stesso studio, non ho miglioramenti. Lavoro e mi impegno, faccio tutto quello che prevede il mio lavoro, però collaborando con altri professionisti non firmo io. Faccio delle cose da sola, ma trovare committenti non è per niente facile. Da dire c'è che questa situazione per me è sempre stata comoda, ho orari molto flessibili, posso portarmi i bimbi al lavoro, posso lavorare da casa. Ma, il ma è che copro giusto le spese, io sono convinta che quello che prendo non sia proporzionato al lavoro che faccio, non più da stagista ma da professionista (o quasi, perché certo le cose da imparare sono molte).
Quindi vorrei capire se ha senso andare avanti così, e per quanto?
Mia cognata lavora 15 ore a settimana facendo pulizie e prende quasi più di me, e si è fatta 1 anno e mezzo in maternità pagata, io di due figli non ne ho avuta mezza.
Tanti miei coetanei lavorano in fabbrica, prendono molto più di me, hanno ferie e permessi retribuiti.
Cosa devo fare? Rinunciare al mio lavoro per cercarne uno meglio retribuito ma senza prospettiva di crescita? resistere in questa situazione? Ma fino a quando?
Al momento mi sento leggermente sfruttata e con anche con l'acqua alla gola.



2 commenti:

  1. purtroppo l'Italia non è un posto per quelli che hanno coraggio. Aprire una partita IVA è una cosa coraggiosa, un passo che in pochi fanno e che, secondo me, dimostra carisma e voglia di fare. Gli altri hanno un lavoro da dipendente (come me) ma aihmè è molto probabile che io, lavorando sei ore al giorno, prenda più di te.
    Non so che dirti.. sicuramente l'ideale sarebbe trovare uno studio che ti assuma, ma poi non hai tante libertà, e forse nemmeno la crescita, ma mi pare che anche ora sei in stallo.

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  2. Il problema è che trovare uno studio che ti assuma qui è molto difficile, quelli che vogliono fare questo lavoro, della mia età sono tutti come me, con la differenza che non avendo famiglia e casa possono passare il tempo fuori dall'ufficio a fare altri lavori. Per ora mi sto muovendo, mi sono data fino a quest'estate per cercare di migliorare le cose senza mollare tutto, poi sennò mi tocca.

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